Distrutto nel 1699 il battistero ottagonale per far luogo al porticato, l’antico fonte fu collocato al centro del nuovo edificio, costruito poco distante, anche se nel trasporto andarono persi i simboli in pietra degli evangelisti che lo sorreggevano al posto degli attuali gradini.
Il fonte fu eseguito nel 1156 per servire tutta la pieve di San Lorenzo che comprendeva la Val San Giacomo (detta anche Valle Spluga), la Val Bregaglia italiana e il piano fino a Mese e San Cassiano.
La vasca circolare in pietra ollare ha una circonferenza di sei metri per contenere acqua sufficiente per battezzare a Pasqua e a Pentecoste i nati nella pieve. Solo dopo il 1615, quando molte chiese della valle erano state dotate del fonte, fu inserita una vasca più piccola, che si usa tuttora.
Le sculture a mezzorilievo rappresentano l’arciprete celebrante con il messale e l’accolito, preceduti dal chierico con il cero pasquale e seguiti da altri chierici con croce processionale, candeliere, turibolo e le ampolle con l’olio dei catecumeni e il crisma per la benedizione dell’acqua.
Alle spalle dell’arciprete, dopo il chierico con il cero pasquale, è il padrino che regge il battezzando, seguito da tre rappresentanti delle classi sociali di allora: il nobile a cavallo con il falco; il proprietario di terre feudali nel contado o borghigiano, rappresentato dalla persona in una torretta; infine l’artigiano-mercante, simboleggiato dal fabbro.
Come dice la scritta incisa sul lato verticale del collare della vasca e che un tempo continuava anche su parte della superficie orizzontale, l’opera fu voluta dal comune nel marzo del 1156:
Anno ab incarnacione D(omi)ni n(ost)ri Ih(es)u Xpi (Christi) Mill(esimo) CLVI indicione quarta mense marci fons iste factus est sub consulibus Clavenabus et Pluriensibus. Bertrame de Solar Girardus Muso Azo Beldon Petrus Rastel Girardus de Co’ de Pont Ato Mora et Guidon de Pluri fecerunt.
Vale a dire: Nell’anno dall’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, 1156, indizione quarta, mese di marzo, questo fonte fu fatto sotto i consoli di Chiavenna e Piuro. Bertramo de Solar, Girardo Muso, Azo Beldon, Pietro Rastel, Girardo di Capo di Ponte (Piuro), Atto Mora e Guido di Piuro fecero.
I nomi si riferiscono ai promotori dell’opera: quattro consoli di Chiavenna e due di Piuro che allora amministravano un unico comune. L’ultimo nome, Guido di Piuro, potrebbe corrispondere allo scultore del fonte.