Nel V secolo si ipotizza la costruzione di una prima chiesa cristiana a Chiavenna, in concomitanza con l’evangelizzazione della zona, ma solo nel IX secolo, con l’organizzazione delle pievi in epoca carolingia, sorse un edificio più ampio e funzionale. Nel 973 la chiesa è già dedicata al protomartire san Lorenzo.
Nel 1042 è citata nei documenti come Pieve e nel 1098 viene chiamata Basilica. Il primo prete compare nel 992 e nel 1016 è detto arciprete. Già nel 1107 sono documentati importanti lavori di ampliamento alla chiesa che subì restauri nel 1176 e nel 1179. A cavallo tra il XII e il XIII secolo compare un pronao davanti alla porta maggiore.
Nel 1172 per la prima volta si parla del campanile, posto davanti alla navata di sinistra. Sarà ricostruito di fronte alla porta principale fra il 1597 e il 1603. Nel 1537 il tetto a capriate in legno di quercia andò a fuoco, per cui l’anno dopo si gettarono le volte, alzando l’edificio.
Nel 1698-99 alla facciata, che fino ad allora aveva conservato le caratteristiche originarie, fu addossato il porticato, costruito come protezione attorno al cimitero, ma anche per le processioni e per ospitare le tombe nobiliari. Sul lato verso la chiesa è degno di nota un altorilievo con la Pietà, eseguito nel maggio del 1433 in pietra ollare da Guglielmo de Catello, e proveniente dalla chiesa di San Bartolomeo.
Per consentire il passaggio del porticato fu distrutta la chiesetta romanica di pianta ottagonale che custodiva il fonte battesimale e ricostruita con la stessa forma, ma più alta e arretrata, riportandovi l’antico fonte monolitico in pietra ollare con sculture del 1156.
All'interno
A metà del ‘600 la chiesa fu ampliata verso la parte absidale, volta a est, allungando sia il presbiterio maggiore, sia le due cappelle adiacenti: nel 1647 quella della Madonna (prima dedicata a San Michele) e nel 1649 quella del Crocefisso, dove si conserva tuttora un pregevole crocefisso ligneo cinquecentesco. Sempre dello stesso periodo la cappella di Santa Marta, voluta dall’omonima confraternita.
Altre cappelle laterali si aprirono a sinistra. Quella già dedicata all’Assunta fu ricostruita nel 1657 a spese della famiglia Pestalozzi e intitolata a Sant’Antonio di Padova. Quella di San Giovanni Battista fu ampliata nel 1665 come sede della confraternita del Santissimo Sacramento e nel 1744 vi fu collocata la pala del Santo che predica nel deserto, opera di Alessandro Valdani di Chiasso.
Nel 1719 la chiesa fu ristrutturata al suo interno, sostituendo ai pilastri in muratura le imponenti colonne in granito, rifacendo le volte e dotandola di un nuovo altare maggiore, opera di Antonio Silva della Val d’Intelvi.
Furono aperte due cappelle poligonali sul lato destro: l’una con la pala della Madonna con il Bambino tra i santi Domenico e Giovanni Nepomuceno, eseguita da Pietro Ligàri nel 1738, l’altra, di autore ignoto con santa Caterina e i santi Luigi Gonzaga, Francesco, Antonio abate e Domenico. Nella cappella detta del Ligàri dal 2019 riposa la salma di suor Maria Laura Mainetti che ha trovato la morte a Chiavenna il 6 giugno 2000 e di cui è in corso la beatificazione.
Nel 1759 Filippo Fiori e Giovanni Maria Giussani di Como decorarono ad affresco la chiesa e la cappella di Santa Marta. I dipinti in stile barocco saranno ripresi e in parte rifatti dai fratelli Angelo e Celso Stocchetti di Milano nel 1887-89, sotto la direzione del restauratore Carlo Maciachini.
Degni di nota i dipinti di Pietro Ligàri (1738) nella seconda cappella di destra, e quelli di Giuseppe Nuvolone (1657) nella cappella di Sant’Antonio. Di Nuvolone sono anche gli affreschi della cupola nella medesima cappella.
Nel 1966 sulla controfacciata è stato collocato l’organo Balbiani Vegezzi Bossi con 2500 canne.